Ricordi Venicio? La prima prova di quel tuo Bracco, eri agli esordi anche tu, si chiamava Tano dell’Asolano, circa quarant’anni fa, eravamo alla Cattanea tra Vigevano e Mortara. Bella fu la prestazione che meravigliò tutti, poi qualche mese dopo in Tollara di nuovo, esordio, malgrado le tue incertezze, di un certo Tabar di Cascina Merigo che di nuovo ben si comportò. Diventammo amici e la stima reciproca non ci abbandonò mai e adesso, dopo che mi avevi confessato di sentirti un po’ stanco, adesso che avevi riscoperto altra linfa vitale ed entusiasmo ti è capitato tra capo e collo questo guaio, chissà cosa avresti potuto fare negli anni a venire…
Fine conoscitore della razza Bracca, ma non solo, del cane in genere, hai rivoluzionato il mondo della cinofila Continentalistica Italiana. Chi ti ha seguito ha potuto vedere e, per chi ha potuto capire, comprendere come si addestra un Bracco o uno Spinone. Addestravi gli Italiani come fossero Inglesi, incitando invece di reprimere o di accorciare, cercavi il limite possibile in ogni soggetto che meritava per ottenere – instaurando un feeling unico – sempre il massimo ottenibile.
Tanti, troppi per ricordarli tutti, sono i Campioni che hanno fatto la storia della razza Bracca e Spinona passati dalle tue mani… e adesso te ne sei
andato lasciandoci qui pieni di dolore. Ma non temere, non morirai mai! i tuoi insegnamenti e le tue dimostrazioni di professionalità saranno sempre vivi, in me, in tutti in noi.
Buon viaggio, amico mio.
Per la SABI, Gian Carlo Perani
Me lo ricordo a Valleantica con Uragano, giudicava Colombo Manfroni, in un turno interminabile, sotto il sole di Luglio. Si muoveva sul terreno come se fosse stata casa sua, rapido, sicuro e il cane agiva di conseguenza, utilizzando ogni angolo. Non ebbe la fortuna dell’incontro, ma si vedeva benissimo che la cosa grande, in quel turno, era la mano del conduttore. Quanti altri cani gli ho visto condurre, con un suo marchio di fabbrica: sempre il massimo!Non molto tempo fa, al telefono, ci promettemmo di sederci al tavolo, davanti ad un buon vino per parlare di come gestire un mio futuro soggetto che meritasse, anche se l’impegno economico non sarebbe stata cosa da poco. Mi rispose: Roberto…siamo uomini! Ci guarderemo in faccia e troveremo sicuro il modo Quelle parole sono scolpite nella mia mente e nel mio cuore. Un piccolo di statura, ma immenso come dresseur. Il bracco e lo spinone, gli devono tantissimo e non bisognerà lasciare che la sua eredità vada perduta. Ora starà lavorando con i suoi Tabar. Liro, Lord, Titano e decine di altri cani che ci hanno permesso di avere i nostri bracchi.
I suoi amici più intimi lo chiamavano con un diminutivo, e gli chiesi se potevo farlo anche io. Certo, rispose, ci conosciamo da una vita! e allora ciao, Micio, un caro abbraccio, dovunque tu sia!