Terzo raduno mondiale del Bracco Italiano tra eccellenza e tradizione
Testo di Marco Ragatzu
Sono numerosi gli eventi cinotecnici ai quali ogni anno assistiamo nel lungo calendario di verifiche funzionali e morfologiche riferite ai cani da ferma. Parliamo di continentali, più precisamente di una delle due razze che l’Italia si onora di rappresentare nel Mondo: il nostro bracco italiano.
Senza nessun limite geografico o culturale è noto ed apprezzato ovunque, grazie alle sue qualità e caratteristiche preservate e tutelate nel nostro Paese dalla Società Amatori Bracco Italiano (SABI), il Club che per delega di ENCI ha l’onere e l’onore di adoperarsi per tali scopi. Numerose sono le iniziative messe in atto ripetutamente, atte a verificare lo stato di salute della razza e mettere in evidenza quei riproduttori che si intendono come potenziali conservatori delle peculiarità standardizzate per l’aristocratico bracco, oltre che testare poi i prodotti ottenuti. Molto si deve soprattutto anche agli allevatori ed utilizzatori di questo nobile ed antico cane da ferma, che rispettano e condividono le linee di selezione tracciate dalla SABI.
Il 2023 è stato caratterizzato da un evento di notevole rilevanza, attenzionato in tutto il Mondo: ad Arezzo sotto lo sguardo austero del Petrarca, nei giorni di 8, 9 e 10 settembre ha avuto luogo il “3° Raduno Mondiale del Bracco Italiano”. Una imponente partecipazione che ha contato ben 229 rappresentanti provenienti anche da oltre oceano a testimoniare l’apprezzamento globale riferito a questo prodotto che la selezione italiana è stata capace di offrire alla cinofilia.
Sono state organizzate tre giornate caratterizzate da differenti eventi, tutti a carattere zootecnico ma anche contraddistinte da aspetti di natura sociale e storica: durante la prima giornata si è tenuto un interessante convegno sull’allevamento del bracco italiano con interventi di Giovanbattista Benasso, Giuseppe Colombo Manfroni, Claudio De Giuliani, Stefano Frattini e Giancarlo Perani. Il giorno seguente, sabato 9, l’evento ha avuto il suo massimo splendore con il debutto della spettacolare passerella di inaugurazione che dal monumento del Petrarca si è sviluppata nella via principale del centro storico attraversando Piazza S.Francesco sino a quella del Comune proprio di fronte al Duomo, accompagnati dagli sbandieratori della Giostra del Saracino. Subito a seguire l’apertura del sipario, al “Parco” si sono manifestati durante il test morfologico gli oltre duecento bracchi verificati da Giuseppe Colombo Manfroni, Claudio De Giuliani, Riccardo Laschi e Donato Scalfari i quali, nell’arco dell’intera giornata e sino al pomeriggio, hanno condotto i giudizi per concludere con la nomina finale del Best in Show della Mondiale, il momento più atteso dell’appuntamento: sul podio sale come vincitore dell’edizione 2023 il maschio Tavares dell’Oltrepo di Elena Giacobbo che si è confrontato con la femmina Sobers Concordia For Rakis Place di Colaçao Elsa & Miguel, la Vicecampionessa e BOS dell’evento.
A completare l’impegnativo lavoro e costituendo prelibato valore aggiunto, l’assemblea della SABI International che si è tenuta subito dopo il Raduno Mondiale, per condurre poi tutti i partecipanti alla cena di Gala all’Hotel Minerva con la presenza immancabile del Presidente ENCI Dino Muto, che non ha voluto mancare neanche alla sfilata inaugurale malgrado i numerevoli impegni istituzionali. Con l’intenzione poi di “chiudere il cerchio” della verifica zootecnica, una buona parte dei cani interessati alla verifica morfologica sono stati impegnati in quella funzionale, con 55 soggetti che si sono manifestati durante la prova su selvaggina naturale nella zona Federale di Collacchioni, giudicate da Libero Asioli, Giuseppe Colombo Manfroni, Claudio Cortesi, Antonio D’Arrigo e Giancarlo Perani. A loro si sono aggiunti anche 23 giovani cani nella Prova informale di Qualità Naturali (PQN), giudicata dal delegato SABI della Toscana Giancarlo Cioni. Delle cinque batterie al test, tre di queste sono terminate con l’assegnazione del CAC: Filador della Bassa Brianza di Claudio Meneghelli condotto da Fabio Angelini (Libero Asioli), Polcevera’Ss Olmo di Massimo Scevi condotto da Danilo Rebaschio (Claudio Cortesi) e Vasco Del Falso di Mario Crescenti condotto da Paolo Festa. A seguito del barrage finale il CACIT viene assegnato a Polcevera’Ss Olmo e la Riserva a Filador della Bassa Brianza.
Nel totale sono state assegnate 13 qualifiche per la maggior parte all’Eccellente con 4 MB. Nella Piazza del Municipio di Pieve Santo Stefano il sipario si chiude al pomeriggio al termine della prova di lavoro e delle relazioni degli Esperti che l’hanno giudicata, con la premiazione e la consegna dei numerosi riconoscimenti per i quali il Presidente SABI Alessandro Ermini ha vestito gli abiti del regista: “Abbiamo lavorato un anno intero per preparare la Mondiale al suo terzo appuntamento e messo in campo tutto ciò sul quale potevamo contare. Tante ambizioni considerando che il progetto era di realizzare il raduno, il convegno e le prove con CACIT in palio, oltre alla prova informale che ha per intento quello di voler avvicinare alle verifiche funzionali quei cani giovani (e proprietari), che normalmente non sono presenti a queste prove di lavoro, con lo sguardo rivolto soprattutto a coloro che provengono dall’estero. La perla, che dal nostro punto di vista costituiva il fondamentale arricchimento della già di per sé preziosa manifestazione, è stato il convegno che ha permesso di rendere noti e approfondire fondamentali argomenti: il primo, relativo alla genetica, agli aspetti sanitari ed anche riguardo a malattie di origine genetica, è stato relazionato da Stefano Frattini, genetista responsabile di Vetogene; l’altro nel merito invece della selzione zootecnica del bracco italiano è stato illustrato dai relatori Giovanbattista Benasso, Giuseppe Colombo Manfroni, Claudio De Giuliani e Giancarlo Perani, che hanno saputo descriverne gli aspetti concedendo approfondimenti utili alla numerosa platea intervenuta. Ma nell’ambizione sussisteva anche il progetto di realizzazione del libro che siamo riusciti a stampare e che raccoglie una selezione degli articoli tecnici pubblicati in passato negli annuari dal 1988 ad oggi.
L’occasione della 3ª Mondiale ha anche concesso la possibilità di riunire la SABI International, costituita nel 2017, che durante l’assemblea ne ha rinnovato le cariche istituzionali con i sette Consiglieri dei quali tre italiani di nomina SABI: nominato Presidente Giuseppe Colombo Manfroni, Vicepresidente Gitte Pedersen, segretario Giulia Del Buono e consiglieri Claudio De Giuliani, Alessandro Ermini, Allison Schultz, Tamara Van Den Dam e Petra Penttonen. Ovviamente a fare da traino è il raduno: la nostra aspettativa era quella di raccogliere un importante numero di bracchi attendendo tanti partecipanti anche dall’estero, e così è accaduto: nella previsione di 200 cani siamo poi stati gratificati dai 229 presenti e nell’insieme con le prove abbiamo superato le 300 partecipazioni. La cena di gala, ideata come stimolo oltre che per festeggiare, ha visto partecipi ben 140 persone. Mi ha gratificato tutto l’insieme, si è inanellato tutto in maniera omogenea senza intoppi, a cominciare dal convegno, la presentazione e gli sbandieratori nella piazza del Comune; una virgola fuori posto non l’abbiamo trovata. La location, i parcheggi all’ombra, tutte cose che normalmente sono difficili trovare a disposizione insieme, e Arezzo ci ha ospitati benissimo. La Mondiale nasce come evento itinerante ed è ricaduta per la seconda volta qui, ma solamente perché avevamo le garanzie maggiori per un evento di questa portata. Ne riparleremo tra tre anni per verificare le possibilità di quel momento. Il prossimo anno faremo un raduno organizzato dalla SABI International a Caldes a fine maggio, e nel 2026 di nuovo la mondiale in Italia. Vorrei spendere qualche parola, sentitamente, per ringraziare il Presidente di ENCI Dino Muto che ci ha anche onorato della sua presenza alla presentazione e alla cena, addirittura sopportando un andirivieni durante la giornata per gli impegni istituzionali ai quali doveva, lontano da Arezzo, presenziare; poi l’Amministrazione Comunale di Arezzo, la zona Federale di Collacchioni e Mister Mix. Di certo non dimentico il Consiglio SABI e i collaboratori, in particolare Giulia Del Buono e Francesco Poggi che hanno curato la stesura del libro e la comunicazione, poi sul posto Franco Scortecci, Giancarlo Cioni, e Marco Betti che sono stati capaci di donare un contributo fattivo insostituibile.”
L’asterisco di Giuseppe Colombo Manfroni a proposito del convegno e del meeting della SABI International: “In un evento così partecipato non poteva mancare un convegno come quello realizzato ad Arezzo. Temi tecnici , storici e illustrazioni dello standard particolareggiati, per un opportuno approfondimento a far maturare la conoscenza del bracco italiano, soprattutto oggi che si è diffuso anche negli altri Paesi dove è necessario acquisire le giuste cognizioni sulla razza. In questa occasione c’è stata una rappresenanza estera importante con numerosi Paesi partecipanti, anche dagli Stati Uniti d’America. La presenza al convegno era in maggioranza di stranieri, i quali hanno confermato quell’interesse dimostrato sin dai primi periodi di partecipazione agli eventi italiani già diversi anni or sono. Dato il successo ed il riscontro globale positivo guadagnato ad Arezzo, già si sta pensando al 2024, con una manifestazione a carattere internazionale a Caldes, con stages sulla razza oltre al raduno e alla prova classica a quaglie. Abbiamo trattato dalla genetica all’illustrazione dello standard, fino alla parte storica ed evolutiva della razza; ho voluto, nella mia relazione, esprimermi anche nel merito delle indicazioni per l’allevamento. Durante questa mondiale si è confermato un eccellente livello sia sugli aspetti morfologici che funzionali: a proposito della prova, malgrado le condizioni siano state difficili a causa delle aride condizioni climatiche e la scarsità di ventilazione, i terreni di Collacchioni e la selvaggina che li popola con opportuno comportamento, i rappresentanti della razza sono stati capaci di manifestarsi con un buon grado qualitativo, e questo costituisce la risultanza attesa che indica la bontà della selezione zootecnica adoperata sino ai giorni nostri. Abbiamo anche avuto possibilità di riunire nuovamente la SABI International: i natali di questo sodalizio hanno visto maturare il seme che io stesso avevo gettato, con la mia idea di mettere a stretto giro di collaborazione tutti i Paesi dove il bracco italiano si è diffuso tangibilmente; tale situazione permette di mantenere stretto contatto tra SABI e Paesi esteri, quella che non può prescindere dalla continuazione di un impegno rivolto all’ottenimento di tangibili risultati per il lavoro che tutti insieme possiamo condurre nell’interesse della razza. L’idea condivisa è quella che ogni anno, a rotazione, si potrà organizzare una grossa manifestazione dedicata al bracco italiano, con lo scopo di condividere le conoscenze e l’esperienza maturata nel corso degli anni, proficua non solamente per gli allevatori e gli utilizzatori, ma anche per gli esperti giudici, a vantaggio della condivisione ed uniformità di giudizi ed indicazioni partorite nella comunione di punti di vista.”.
Per quanto concerne i giudizi scaturiti dall’esame di un grannumero di bracchi qui riuniti, queste le opinioni degli Esperti Riccardo Laschi, Claudio De Giuliani e Donato Scalfari.
(Laschi): “Vorrei fare alcune brevi osservazioni sul consistente lotto di bracchi da me giudicati al raduno di Arezzo del settembre 2023 (maschi adulti ma non la classe campioni). La qualità media è abbastanza buona ma non ho trovato punte di massima eccellenza. Come sempre ho privilegiato cani costruiti per lavorare come dovrebbe avvenire nelle razze da lavoro. I difetti che ho più spesso riscontrato sono le orecchie che, in quasi la totalità dei soggetti, non sono rispondenti a quello che dice lo standard (orecchie da segugio), gli occhi spesso infossati con palpebre poco aderenti, qualche cranio largo ai parietali con occipite poco rilevato. Altro difetto, abbastanza spesso presente, è la spalla poco inclinata con avambraccio corto, che impedisce un movimento fluido. Qualche dorsale poco solida e anche qualche groppa poco inclinata ed eccessivamente stretta. Ho trovato ancora code portate troppo alte sull’orizzontale e qualcuna portata tra le natiche. Infine a proposito del movimento che contraddistingue il bracco italiano, ho osservato che molto spesso è sì apparentemente bello da vedere ma, essendoci poca spinta del posteriore, il cane si “tira” con l’anteriore e ne viene fuori un’andatura applaudita sui ring ma assolutamente poco funzionale. Per concludere ho trovato una buona qualità media, ma gli allevatori non devono mai dimenticare che il bracco italiano è un cane da caccia e che certe caratteristiche di costruzione sono imprescindibili.”.
(De Giuliani): “Quando i numeri parlano: 229 soggetti a catalogo, un numero mai visto nei tempi recenti per un raduno del bracco italiano. Un successo sotto tutti i punti di vista, un cocktail equilibrato di diversi ingredienti: l’ambientazione in quella fantastica città che è Arezzo, lo spettacolo offerto dagli sbandieratori che hanno accompagnato cani e proprietari lungo le vie della città, la location nel fantastico “Parco” e il bracco italiano, l’attore principale, l’indiscusso protagonista di questi fantastici tre giorni braccofili. Il tutto è iniziato venerdì pomeriggio con il convegno Il Bracco italiano e l’allevamento: circa tre ore di interventi, con la traduzione simultanea in inglese, che hanno creato interesse tra i presenti. Il sabato questa kermesse è continuata con il raduno. Al sottoscritto erano stati assegnate le femmine, con l’esclusione delle classi campioni, baby, puppy e giovani. In generale ho potuto giudicare soggetti di alta qualità pur assegnando 20 Molto Buono su un totale di 70 soggetti, ovvero circa il 30%. Parlando dei miei giudizi posso senz’altro affermare che i difetti di costruzione, molto frequenti nel passato, si sono sensibilmente ridotti, soprattutto quelli afferenti alla linea dorsale che risulta più solida e senza alcun accenno di lordosi. Così come il posteriore che presenta degli appiombi corretti con giuste angolazioni, quelle tipiche del bracco italiano, che gli permettono di esplicare ai massimi livelli quel suo trotto unico all’interno del ring e nei campi di prove. La testa risulta nel complesso piacevole, senza esagerazioni sia a livello di giogaia che risulta ormai essere sobria come richiede lo standard e per quanto riguarda gli occhi sono apprezzabili le rime palpebrali ben aderenti, il che significa avere tolto quei difetti quali entropion ed ectropion che erano dannosi per la salute di cani cacciatori quali il bracco italiano deve essere. Secondo un mio modesto parere ho trovato qualche testa con linee cranio facciali troppo marcate che portano ad avere una canna nasale troppo montonina in leggero contrasto con quanto indicato dallo standard: canna nasale leggermente montonina o retta. Sempre per quanto riguarda la testa e più precisamente degli orecchi, si dovrebbe cercare, giudici e allevatori, di migliorare la loro inserzione e portamento che ancora non sono selezionati nel corretto modo richiesto dallo standard. Direi che le proporzioni del tronco rispecchiamo quanto indicato dallo standard identificandolo in un quadrato o in un rettangolo appena accennato. Anche i piedi, una volta troppo aperti e poco solidi, ora sono nella media ben serrati con unghie forti e rivolte verso il terreno. Ricordo che il bracco italiano dovrebbe esplicare all’interno del ring un trotto unico, con buon allungo e tipica spinta. Alle volte, invece, si possono vedere movimenti “normali” che non evidenziano l’attesa esplosione di allungo e spinta. Concludendo non posso che fare i miei complimenti agli allevatori italiani e stranieri che sempre più stanno orientando il loro allevamento alla produzione di soggetti sani, in ottemperanza alle ormai sempre più frequenti richieste di benessere animale. Ovviamente ringrazio la SABI per l’invito a presenziare in qualità di giudice a questo magnifico evento internazionale.”
(Scalfari): “Ho accettato, con grande piacere, l’invito a giudicare in questo terzo Raduno Mondiale. Sapevo che sarebbe stata una bella manifestazione, ma, di certo, non immaginavo un successo di queste dimensioni. Ora, a bocce ferme, posso dire con fierezza: “io c’ero!”. Durante i due giorni trascorsi ad Arezzo, ho avuto modo di rivedere vecchi amici e di conoscerne nuovi, e di seguire il convegno sulla razza apprezzando ancora di più cinofili di grande esperienza che hanno condiviso, con noi, le loro esperienze braccofile. Nelle classi da me giudicate, baby, juniores e giovani di entrambi i sessi ed entrambi i colori del mantello, ho trovato, in linea di massima, un’eccellente qualità. La maggior parte dei soggetti presentava una buona ossatura (anche nelle femmine) e solo alcune risultavano leggere e, nello stesso tempo, al minimo di taglia. Alcuni avevano le arcate sopracciliari e l’occipite sviluppati eccessivamente tanto che ne risentiva l’armonia delle linee del cranio. Pochi soggetti hanno presentato difficoltà nella camminata, con appiombi poco allineati durante il movimento. Ho avuto modo di ammirare e apprezzare delle belle teste, ben cesellate, con orecchie di forma corretta e ben portate così come ho evidenziato l’occhio, ben posizionato, di giusta forma e colore. Pochissimi soggetti presentavano il cranio leggermente largo e piatto. In nessun soggetto ho trovato depigmentazioni delle mucose o focature nel mantello. Concludendo, mi posso ritenere soddisfatto dei soggetti che ho valutato, alla maggior parte dei quali ho assegnato la massima qualifica.”.
In conclusione, non possiamo fare a meno che prestare attenzione a un evento di portata mondiale che lascia un segno tangibile nella storia per lo sviluppo del bracco italiano. Un evento curato sin dai minimi particolari, di grande qualità per la logistica e l’ospitalità, ma soprattutto caratterizzato dall’eccellenza che la razza ha saputo dimostrare con i numerosi soggetti giunti da ogni dove.
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